Nazione e trivelle

Si combatte il governo solo quando sbaglia

Il partito repubblicano italiano si riconosce integralmente nel documento della federazione regionale del Pri dell’Emilia Romagna che chiede, sic et simpliciter, il fallimento del referendum sulle trivelle. Chiunque ha una qualche conoscenza dei problemi del mondo del lavoro ed è vicino per tradizione e vocazione ai suoi protagonisti non può nemmeno pensare di andare a votare un tale quesito che farebbe chiudere nell’arco di due, cinque, dieci anni impianti produttivi che contribuiscono alla ricchezza nazionale e a mantenere migliaia di famiglie. Nel suo sconsiderato pressapochismo il responsabile dei verdi Bonelli ha detto che in fondo l’impianto della Basilicata che si chiuderebbe impiega solo trecento persone, di cui appena una decina sono a tempo indeterminato. Non pensiamo di riuscire a spiegare a Bonelli che lo Stato si riconosce in quel solo cittadino che perde il lavoro e non certo in coloro che hanno i conti in milioni di euro nei paradisi fiscali. Ma forse anche Bonelli riesce a capire che se la stessa procura di Potenza accusa un sindaco del luogo di aver ampliato il suo bacino di consenso elettorale promettendo o assicurando posti di lavoro, delle due, l'una. o questi posti sono tanti o sono pochi. Anche il ministro dimissionario Guidi meriterebbe un minimo di rispetto, se in questa vicenda è "parte lesa", come sembra aver fatto sapere la stessa procura, la finisse questo stillicidio giornalistico sulle sue conversazioni private. L’unico reato sicuro che finora è stato commesso è la violazione del segreto istruttorio e servirebbe per una volta un magistrato che si preoccupasse di perseguirlo. Infine c’è una questione politica che va affrontata. Il governo ha mostrato una certa sostanza, prima nel voler sbloccare le opere e sfruttare la ricchezza del paese, e questo serve allo sviluppo economico. Cosa centra poi a chi va il petrolio? Dipende dalla concessione. Se si smette in un paese come il nostro di cercare ed estrarre le fonti energetiche, invece precipiteremo in breve nel terzo o quarto mondo. Poi il governo non ha esitato a far dimettere chi poteva essere compromesso. Sbagliano solo quelli che operando, chi sta a guardare è sempre perfetto. Dall’altra parte si è creata invece una coalizione a dir poco ridicola, Grillo Salvini, Speranza, persino Brunetta. Uno strampalato insieme di forze che spera di ricavare da una tragedia nazionale come la chiusura degli impianti, la sconfitta del governo. Era difficile pensare che ci si potesse ridurre a tanto. Bisogna saper combattere il governo quando sbaglia, non quando fa la cosa giusta.

Roma, 8 aprile 2016